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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

Lulù Courage

Buio Accendo stellina con prospero o accendino. Brucia e splende, una volta spenta la butto in secchio d’acqua. Al buio dico - Che schifo! Luce. - La scintilla è spenta. Al suo posto, fiamma di licopodio. Fiamma da palcoscenico, buona nemmeno ad accendere una pipa. (Pausa) Il mondo muore. Pausa. Eja popeia che cosa fruscia fra la paglia (3 sussurrato e in crescendo) I Teatri sono vuoti, il pubblico non ci va. La colpa è tutta dello Stato. Perché non si istituisce il teatro dell’obbligo? Se ognuno sarà costretto ad andare a teatro, le cose cambieranno immediatamente. Perché credete che abbiano istituito la scuola dell’obbligo? Nessuno scolaro andrebbe a scuola se non fosse costretto ad andarci. Per il teatro, anche se non è facile, forse si potrebbe fare lo stesso. Con la buona volontà e il senso del dovere si ottiene tutto. Non è forse vero che anche il teatro è una scuola? Si potrebbe istituire il teatro dell’obbligo a cominciare dai bambini. Cento scuole in ogni gran

Fame

Le regole ci stanno per essere infrante, sia chiaro. Non andrò in Paradiso, meglio, mi farei due palle così, ma sono una grande attrice, non credetemi! All’Inferno, all’Inferno! Ci sono abituata d’altronde. Sì, anche se è vero che la vita è meravigliosa, grazie Clarence!, è vero pure che il mondo è immondo. Come sopportare a braccia conserte la povertà dei più? La miseria vera, la fame, il freddo, la malattia senza poter comprare medicine, nessun diritto. Tutto al rovescio, mi sento a testa in giù, bisogna cambiare tutto. Il sogno di una cosa, il comunismo, dice quello, è come prima di farsi la prima sega, la sega prima di farsi la sega. Il vero amplesso è l’Anarchia! Godi Popolo! Non avremo niente, niente. In verità tutto. Alleluja! Santa Anarchia. Santa Pace, unica legge, l’Amore. Sarete sempre più poveri e perciò sempre più individualisti, individualismo becero, quello del si salvi chi può. Quello che trasforma le persone in gente; persone, nient’altro che creature mascherate,

Anna e Rino

Teatro è il destino dei disperati, in alto e in basso. In alto, intendono e riferiscono il tragico esistente; in basso,una vita da guitti. Rino Sudano diceva, sono un depresso vitale. Aveva un rammarico: non aver il coraggio neanche di pensare di poter far a meno di Anna D’Offizi, sua compagna per anni e negli ultimi anche moglie, per la pensione,dicevano. Fosse stato in grado di restar solo, diceva lui, sarebbe stato un guerriero, refrain per gli intimi. Lo sono stata, intima. Per me è stato un padre più che un maestro, con lui ho scoperto il cibo, quello che finisce in pancia, e quello che nutre la mente, mélange di cuore e cervello. Rino che Aggeo Savioli definì più beckettiano di Beckett quando era firma ascoltata de l’Unità. Ai tempi di BrunoGrieco responsabile della cultura a Botteghe Oscure, PCI. Anna mi portava sempre con sé quando andava da lui, raccontava della ricerca, di quel che stavamo facendo, prove aperte al pubblico, andate in scena. Finale di Partita, cavallo di

A Moscacieca (Tre sorelle, anzi due)

Tre sorelle, anzi due 1° stanza, nel camino, un candelabro acceso Tavola al centro con su tovaglia bianca; quattro sedie, su di una, la bambola di pezza, è Mascia, la mancante. E siccome manca, Olga la riprende a più riprese scuotendola e sibilando: “Sta composta, Mascia!” “Stai attenta, Mascia!” “Sta dritta, Mascia!” Olga e Irina imbandiscono la tavola per quattro, in silenzio; compare sulla porta di mezzo Andrej, anticipato dalla sua musica, giggioneggia un po’ con le due che restano indefesse nel loro compito; poi spegne secco macchina e dice: Andrej – Ci dimenticheranno. E’ il destino dell’uomo; niente da fare. Cose che a noi sembrano serie, oggi, importanti, sublimi, domani, non le ricorderà più nessuno, faranno ridere. E il bello è che se ci domandiamo che cosa sarà domani importante e sublime e che cosa meschino e ridicolo, noi non lo sappiamo. La scoperta di Copernico, per esempio, o quella di Colombo non parvero in un primo tempo inutili e ridicole? Mentre le