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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Parlo per me

Parlo per me, perché nessuno insegna niente. Imparare sì, si può, ma insegnare no. Parlo per sentito dire, perché bisogna parlare. Di comunicare faccio a meno, ma parlare è necessario: c’è di mezzo il corpo. Chi non parla si ammala Piuttosto straparlare, abbandonarsi alla logorrea come fanno tanti Tutto pur di fuggire la maggioranza silenziosa, i cari estinti Dare fondo a memoria e rimasugli di futuro, schegge di nostalgia Ricordo una merenda con l’ uovo sbattuto, le tende a figure agro pastorali filtravano luce gialla. Per esempio Era l’infanzia, quando le scuole finivano a maggio e riprendevano con ottobre, quando per quattro mesi ci si inselvatichiva, sempre in mezzo ai campi, insieme ai contadini, il frinire dei grilli, la meraviglia delle lucciole, il bagno serale a scongiurare pidocchi e zecche I racconti macabri e   la crudeltà dei nonni a ridere del terrore sui volti dei ragazzini A staccare, un mese di mare, Torvajanica   Passo Scuro Terracina e poi l