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metamorphosen seconda così così


 Come ubriaca, imbocco la via.

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Anna e Rino

Teatro è il destino dei disperati, in alto e in basso. In alto, intendono e riferiscono il tragico esistente; in basso,una vita da guitti. Rino Sudano diceva, sono un depresso vitale. Aveva un rammarico: non aver il coraggio neanche di pensare di poter far a meno di Anna D’Offizi, sua compagna per anni e negli ultimi anche moglie, per la pensione,dicevano. Fosse stato in grado di restar solo, diceva lui, sarebbe stato un guerriero, refrain per gli intimi. Lo sono stata, intima. Per me è stato un padre più che un maestro, con lui ho scoperto il cibo, quello che finisce in pancia, e quello che nutre la mente, mélange di cuore e cervello. Rino che Aggeo Savioli definì più beckettiano di Beckett quando era firma ascoltata de l’Unità. Ai tempi di BrunoGrieco responsabile della cultura a Botteghe Oscure, PCI. Anna mi portava sempre con sé quando andava da lui, raccontava della ricerca, di quel che stavamo facendo, prove aperte al pubblico, andate in scena. Finale di Partita, cavallo di